I consumi degli italiani sono tornati a 20 anni fa, con un passo indietro mai così grave dal dopoguerra ad oggi. Stando a quanto affermato dall’ufficio studi di Confindustria, durante gli ultimi quattro anni il reddito disponibile (cioè, quanto una famiglia può spendere all’interno di un anno per i consumi di proprio riferimento) è calato in media di 5 mila euro. Nel solo 2012 il calo dei consumi rispetto all’anno precedente è stato pari al 3 per cento, con una flessione record dal dopoguerra (la serie storica è stata avviata nel 1946) ad oggi.
Dall’inizio della crisi il 2008, il taglio è del 6,5%. “Che significa rinunciare, probabilmente, a spese importanti, dalla casa agli studi” – sostiene il quotidiano La Repubblica nell’edizione online – “Ma, soprattutto, incidendo nella linfa ordinaria della vita quotidiana. Più di metà di quei 5 mila euro, infatti, viene da un taglio sui consumi: cibo, trasporti, divertimenti, elettrodomestici. La Confcommercio calcola che ogni famiglia abbia ridotto i propri consumi mensili di 230 euro: possiamo chiamarla la bolletta salata della crisi”.
“Nelle economie moderne” – prosegue il quotidiano italiano – “questa sobrietà forzosa è una virtù solo per metà. Magari, avremo sprecato meno. Ma, visto che il prodotto interno lordo è costituito, per due terzi, da consumi, gli effetti sono stati pesanti”.
In altri termini, con il crollo della domanda interna l’economia italiana è tornata ai livelli di quindici anni fa. Non è un caso che il livello di case comprate sia retroceduto a poco più di mezzo milione di unità, come nel 1998, e che i chilometri percorsi in auto nel 2011 siano uguali a quelli del 1984 (poco meno di 8 mila). L’acquisto di beni alimentari è tornato al 1997. Un passo indietro nel tempo che rischia di avere degli effetti molto negativi sul breve e sul medio termine, con influenza sul fronte valutario.
Qui le riflessioni sulla crescita economica 2013. Continueremo ad aggiornarvi sull’evoluzione di tali parametri.