Cresce del 2 per cento, nel corso del terzo trimestre, la spesa dei consumatori statunitensi. L’attesa per uno dei dati più importanti della macroeconomia nordamericana (la spesa dei consumatori pensa d’altronde per circa il 70 per cento del Pil) non delude le attese degli analisti, e si prepara ora allo slancio finale, dove è auspicato un buon responso da parte del periodo delle festività natalizie e di fine anno, e del conseguente boom di consumi nelle settimane precedenti il periodo in questione.
La spesa dei consumatori è di fatti salita del 2 per cento nel corso del terzo trimestre contro l’1,5 per cento del trimestre precedente. Gli americani dimostrano inoltre di preferire automobili e smartphone rispetto ad altre categorie merceologiche, nonostante il contesto non certo semplice. La propensione al consumo sembra essere stimolata – sottolineano gli osservatori finanziari locali – soprattutto da un miglioramento delle condizioni di base, con lo sviluppo del mercato azionario e di quello immobiliare che sta rendendo gli americani un po’ più propensi alla spesa.
“Nel terzo trimestre” – sottolinea Rai News 24 commentando la pubblicazione dei dati – “l’indice della spesa personale sale dell’1,3% contro il +0,7% del secondo trimestre. Tuttavia al netto dei costi dell’energia e dei beni alimentari l’indice rallenta da +1,7% a +1,3%. Il tasso di risparmio frena da +4% a +3,7%. Il timore degli esperti e’ che con 23 milioni di americani senza lavoro e con il prezzo della benzina in aumento il passo dell’economia americana rischi di incepparsi. L’altro spettro e il fiscal cliff, l’uno-due di aumento delle tasse e tagli della spesa che, senza interventi del Congresso, togliera’ 600 miliardi di dollari dalle tasche degli americani a inizio 2013”.
La paura del fiscal cliff deve però aver pesato sugli investimenti delle imprese americane, ora calati dell’1,3 nel terzo trimestre, per il primo calo dall’inizio del 2011. L’incremento della spesa per l’acquisto di case è invece cresciuta del 14,4 per cento grazie agli stimoli sui mutui introdotti di recente dalla Fed (in proposito, qui le nostre previsioni sull’evoluzione tassi Fed 2012 – 2015).