La Commissione Europea lancia una vera e propria sfida al dollaro: come? Chiedendo agli Stati membri di rafforzare sul mercati internazionali l’uso dell’euro negli scambi commerciali ed in particolare quelli legati all’energia, mercato considerato strategico.
Una mossa ufficializzata attraverso una raccomandazione approvata che risponde, indirettamente, a quelle che sono le politiche fuori controllo a livello protezionistico, di Donald Trump. Basta dare un’occhiata a quello che è il mercato dell’energia per capire le motivazioni alla base delle raccomandazioni della Commissione europee. Il volume di denaro legate alle materie prime dell’energia è pari ad oltre 40 trilioni di euro l’anno solo per ciò che concerne l’Europa: il problema è che le transazioni avvengono sempre in altre valute, dollaro principalmente nonostante il nostro continente importi il 90% del fabbisogno di petrolio e il 70% di quello di gas. Solo i contratti a lungo termine sul quest’ultimo sono denominati in euro.
Riuscire a far valere l’euro in questo mercato porterebbe anche alla creazione con il tempo di parametri di prezzo per il greggio denominati nella valuta unica. Per la Commissione Europea gli Stati membri “dovrebbero promuovere un uso più ampio dell’euro nelle relazioni con i Paesi terzi, incoraggiare e facilitare un più ampio utilizzo dell’euro da parte degli attori del mercato nelle transazioni in campo energetico” e le agenzie specializzate nella pubblicazione dei prezzi “dovrebbero facilitare il lancio di parametri denominati in euro per il greggio”.
Insomma, rendere più centrale la nostra moneta per rafforzarne la tenuta e dandole modo di sostenere una più equa battaglia valutaria contro il conio americano.