C’è una moneta alternativa di cui si parla poco, ma che invece varrebbe la pena di approfondire: si tratta del Dropis, una valuta che è stata fatta corrispondere a un credito di baratto e che vanta un valore nominale pari a un euro per la precisione. Il paragone con un’altra soluzione, quella elettronica che risponde al nome di Bitcoin (vedi anche Il crescente successo di Bitcoin), è praticamente inevitabile, ma cerchiamo di capire meglio la situazione.
Il cambio unitario rende molto semplici le operazioni che devono essere realizzate, senza dimenticare che questi Dropis possono essere sfruttati sia sui siti che realizzano baratti sia in quelli di condivisione, una scelta ottimale dunque per lo scambio di beni e servizi. In pratica, essi sono usati come veri e propri crediti, di conseguenza si possono immaginare quelli che sono i vantaggi principali. Anzitutto, gli scambi risultano molto più agevoli che in altri casi, quindi tutto quello che viene guadagnato può essere poi spesso in ogni tipo di mercato che ha deciso di accettare tale moneta alternativa.
Non è un caso che molti ne parlano come della principale innovazione del futuro e che vi sia una espansione sempre più ampia che dura da diverso tempo a questa parte. Altro elemento degno di nota è la presenza di un sito ufficiale (Dropis.com), il quale ha dato la possibilità di organizzare contest di scambio. Uno degli appuntamenti più interessanti e recenti si è tenuto a Roma poco più di due settimane fa, quando si è approfondito il tema dell’elettronica, più precisamente la crescita del mercato di baratto di materiale del settore hi-tech. In queste “feste del baratto” si scambiano oggetti e non si utilizza mai il denaro: gli oggetti, nuovi o usati, sono consegnati a una giuria e quest’ultima assegna il valore in Dropis, con quelli non usati che saranno caricati in un apposito conto online e spesi in eventi successivi.