Finlandia di nuovo all’attacco. Il ministro degli Esteri Tuomioja ha annunciato che la Finlandia si sta preparando allo scoppio della zona euro, cogliendo l’occasione per incoraggiare i leader europei a fare lo stesso. Al Daily Telegraph, ha espresso in modo molto chiaro il proprio pensiero e, soprattutto, la propria opinione circa l’euro e il futuro della unione monetaria: “Dobbiamo accettare la possibilità di una rottura della zona euro”. I funzionari finlandesi avrebbero già elaborato un piano operativo per far fronte a”tutte le eventualità”. Il ministro ha precisato che una rottura dell’euro non significherebbe necessariamente la fine dell’Unione europea. Al contrario, potrebbe persino permettere all’Unione Europea di lavorare e funzionare ancora meglio. “Non ci sono regole per lasciare l’euro, ma è solo una questione di tempo”. Rincarando la dose, il ministro ha posto l’accento sugli aspetti distruttivi dell’euro, una moneta che “genera miseria per milioni di persone e distrugge il futuro dell’Europa. Questo è un disastro totale. Saremo a corto di denaro, se continuiamo così. Ma nessuno in Europa vuole essere il primo a lasciare l’euro e a subirne tutte le critiche”.
Evocare la fine dell’euro non è più un tabù (qui il nostro speciale: Grecia fuori euro a settembre?). Il dibattito torna dunque ad infiammarsi mentre la questione di una frattura dell’eurozona potrebbe riemergere nel mese di ottobre quando gli ispettori della troika, la squadra formata dai creditori internazionali di FMI, BCE e UE, tornerà in Grecia per controllare i progressi compiuti dal paese nella direzione delle riforme. Atene ha chiesto una proroga di due anni, rispetto alla tabella di marcia precedentemente stabilita, per effettuare queste fondamentali riforme, ma l’Europa si sta dimostrando riluttante ad accordargliela. La Finlandia è l’unico paese ad aver chiesto garanzie per il suo contributo al piano di salvataggio di Spagna e Grecia.
Due settimane fa, il presidente della Banca centrale europea (BCE), Mario Draghi, ha indicato che le soluzioni per risolvere il problema spinoso dei fondi di salvataggio per consentire al MES (Meccanismo europeo di stabilità) e alla BCE di acquistare obbligazioni, è sul tavolo delle discussioni.
Segnata dalla crisi finanziaria vissuta negli anni 90 e dagli sforzi compiuti per uscirne, la posizione della Finlandia, che difende e persegue una linea dura e intransigente, è oggi fondamentale per risolvere la crisi dell’euro. Un veto del paese potrebbe bloccare qualsiasi nuovo piano di salvataggio europeo: la Finlandia, nel frattempo, insiste sul fatto che gli aiuti alla Grecia e alle banche spagnole non siano incondizionati.