Delude l’economia della Cina, anche se di poco; le aspettative per la seconda potenza economica del mondo prevedevano una crescita nel primo trimestre dell’anno in corso pari all’8,3%, mentre secondo i dati ufficiali questa sarebbe stata di appena lo 0.2% inferiore a 8.1%. Il calo è ancora più drastico se paragonato al dato precedente, pari all’8.9%. Il PIL invece risulta in crescita dell’1.8% rispetto al periodo precedente, anche se sappiamo che questo indicatore è da interpretare a fondo per essere compreso in tutta la sua struttura, ed un dato positivo non è per forza indice di una crescita reale e sostenibile.
Le cause principali del rallentamento sono da ricercare nell’edilizia interna e nelle esportazioni verso i Paesi colpiti dalla Crisi; la Cina ha “conquistato” una moltitudine di mercati esteri ed il calo dei consumi in realtà come la Grecia, la Spagna o anche solo l’Italia e la Germania hanno influito pesantemente sui conti dello Stato, che tutto sommato resta in una posizione di forza. La Cina infatti, insieme agli USA, resta una delle realtà meno colpite dalla crisi che anzi sono riusciti a combatterla proponendo alternative a basso costo per una vasta gamma di prodotti.
Tornando ai dati, la produzione industriale sale all’11.9% mentre le vendite al dettaglio nello stesso periodo (Marzo scorso) crescono su base annua del 15.2%, di poco sopra le attese a 15.1%.
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Non si parla certo di un Paese in crisi quindi, visti i dati diffusi oggi; anche se la Cina ha pesantemente risentito della crisi in altri Paesi del mondo e c’è stato un rallentamento che ha portato i dati poco sotto le aspettative, questo potrebbe essere un periodo di transizione in cui comunque la Cina si è dimostrata forte. Mentre nei Paesi più in crisi i consumi sono calati andando ad incidere sui dati, in tutti gli altri le vendite si sono consolidate dando continuità alla seconda economia più grande del pianeta.
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