La Cina chiede una nuova moneta internazionale controllata dal Fondo monetario internazionale che possa sostituire il dollaro americano per affidabilità e stabilità. L’idea è stata lanciata dal governatore della Bank of China Zhou Xiaochuan sul sito web della Banca. Nella dichiarazione il dollaro non viene esplicitamente menzionato, ma è chiaro il riferimento del governatore, visto che le casse cinesi sono cariche di una cifra stimata intorno al trilione di dollari americani, oltre al fatto che “la crisi ha manifestato i pericoli di usare una moneta nazionale come riferimento per gli scambi globali”, come si legge nell’intervento, pubblicato sia in cinese che inglese. Per questo, Pechino propone una valuta basata su quote in capo al Fmi detenute da tutti i 185 stati membri: simile agli attuali Diritti speciali di prelievo (Sdr), oggi usati come regolatore delle transazioni interne al Fondo monetario, che facciano riferimento alla media del valore delle monete delle maggiori economie e non solo delle 4 valute forti (dollaro, euro, yen e sterlina) come accade ora. L’idea è sul piatto e il G20 londinese , in scena ai primi di aprile, dovrà prestare orecchio alle grida di Pechino, forte dei suoi 8 punti di Pil annuali ma con uno sgradito ospite nelle casse di stato.
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