Il rialzo dei prezzi preoccupa un po’ tutti, dal commerciante all’immobiliarista. L’inflazione, nonostante i tentativi del governo di Pechino di frenare il boom immobiliare, continua a salire. L’ufficio nazionale di statistica ha annunciato ieri che i prezzi al consumo sono più alti del 3,5 per cento a confronto con lo stesso periodo dell’anno scorso. In pratica: il balzo più marcato degli ultimi due anni. Si dirà, è il prezzo della crescita ma è un ulteriore problema per un paese che sta cercando – o almeno dovrebbe farlo – di spostare i consumi sul fronte domestico a scapito di quello estero, che rischia di rimanere fiacco. A peggiorare le cose, come scrive il New York Times, l’inflazione di breve termine dovrebbe aumentare. Comparando i prezzi destagionalizzati tra luglio e agosto l’inflazione ha toccato il 4,8 per cento. Ma quali sono i motivi del rialzo? Tutte ragioni che americani ed europei invidierebbero. L’economia è iper-liquida. Le banche prestano denaro, i rivenditori scoppiano di merce, la produzione industriale ha registrato un rialzo del 13,9 per cento anno su anno, le vendite al dettaglio sono aumentate del 18,4, i prestiti bancari hanno superato il 18 per cento. Il problema semmai sono i salari che fisiologicamente si adattano con ritardo all’andamento della valuta, per non parlare delle pensioni. C’è tempo, per adesso. Ma il dragone deve cercare di non correre troppo altrimenti lascerà tutti indietro…cinesi compresi.