Il passare dei mesi e la macroeconomia non sono stati in grado di sedare la volatilità del cambio euro-dollaro nonostante il prevalere di quest’ultimo nelle ultime settimane. Alcuni analisti però sostengono che la moneta unica europea potrebbe presto risalire la china. Ma sara vero?
Va detto, venerdì il dollaro è sceso a causa dei commenti del presidente Donald Trump relativamente alla troppa forza della valuta: un processo che accade sempre quando viene sottolineato che la moneta verde sembra avere una marcia in più nei confronti di quella europea. Certo, attualmente il dollaro sembra in una botte di ferro sul breve periodo. E’ sul medio lungo termine che iniziano a presentarsi delle problematiche, almeno stando agli esperti di JP Morgan, secondo i quali nel giro di un anno circa il cambio euro-dollaro potrebbe sfondare nuovamente gli 1,35. La ragione? E’ presto detto: la politica della BCE che smetterà di essere accomodante e che rialzerà i tassi di interessi in comunione con un deficit fiscale americano in peggioramento, insieme a una crescita più lenta nel 2019 a causa degli effetti sempre più blandi dello stimolo fiscale statunitense. E questo va detto, non tiene conto di possibili crisi indipendenti che potrebbero, data la situazione politica, presentarsi all’improvviso.
Importante da questo punto di vista, sottolineare come JP Morgan non sia la sola a sostenere un indebolimento nel medio-lungo termine del conio americano: anche Philip Shaw, capo economista presso Investec, è dello stesso avviso: secondo l’esperto il cambio euro-dollaro raggiungerà quota 1,22 a fine anno e salirà fino a 1,30 entro la fine del 2019.