Nonostante il dollaro ogni tanto rialzi la testa l’euro non ferma la sua corsa girando essenzialmente attorno gli 1,25 dollari. Sono diversi i fattori che mantengono l’andamento di questo cross più o meno stabile, tra dichiarazioni di esperti della BCE e dati economici statunitensi.
Il dollaro di suo vive di spinte continue ed il mercato valutario, da quel che si evince, sembra voler scommettere su una ripresa dell’economia europea a prescindere del quantitative easing. Insomma, tutti quanti si aspettano una crescita nell’Eurozona maggiore di quella preventivata. Il punto è che l’attenzione degli investitori del mercato valutario si è spostato sulla BCE e sulle sue dichiarazioni: parole che di solito danno maggiore spinta alla crescita dell’euro. Cosa è che cambia ora rispetto agli scorsi mesi? E’ presto detto: molti esperti si aspettano un rimbalzo del dollaro per via dei “rimpatri” monetari che alcune aziende eseguiranno per rispondere alle richieste del nuovo regime fiscale di Donald Trump. Questo significa che vi saranno notevoli flussi e che tale comportamento potrebbe influire sul cambio. Come spiegano dal Bofa:
Continuiamo a credere che il mercato stia ignorando la possibilità di un rimbalzo del dollaro nel primo semestre di quest’anno, mentre sovrastima la storia della normalizzazione da parte della Bce. Il rimpatrio dei capitali detenuti all’estero dalle imprese americane come conseguenza della riforma fiscale può valere un flusso di acquisto di dollari per 400 miliardi secondo le nostre stime. Il mercato prezza due rialzi della Fed nel 2018 e uno nel 2019, noi ce ne aspettiamo tre nel 2018 (con il rischio che diventino 4) e tre nel 2019 e crediamo che l’effetto di un repricing delle mosse della Fed possa portare il cambio euro/dollaro sotto 1,15 .
Una posizione questa da non sottovalutare.