C’è un braccio di ferro in atto nel cambio euro-dollaro? Non proprio, ma gli analisti si stanno sforzando di capire se il muro dell’1,25 verrà definitivamente sfondato nel corso di quest’anno: qualcosa che era dato per certo a gennaio e che ora crea qualche perplessità.
Non è una novità che la soglia dell’1,25 rappresenti un punto importante per quello che sarà poi l’andamento di questo cross. Il problema dove risiede al momento? Che coloro che studiano e lavorano nel mercato del Forex sono attualmente divisi tra chi pensa che l’euro alzerà la testa definitivamente e chi sostiene che il dollaro sarà in grado di recuperare la strada persa causando quindi un nuovo calo del cambio. E’ ancora prematuro tentare di stabilire chi abbia ragione ma si può lavorare sul comprendere come regolarsi con gli investimenti sul medio-breve termine.
Per fare un esempio tra quelle che sono le due fazioni basta prendere in considerazione il punto di vista di Peter Rosenstreich di Swissquote: esso sostiene che la debolezza della valuta americana è da attribuire al nuovo contratto future sul petrolio denominato in yuan cinesi unito alla forza che l’economia europea sta man mano conquistando. Cosa significa questo? Per l’esperto tutto ciò si traduce in un cross a favore dell’euro sul lungo periodo, senza accelerazioni in grado di lasciare il segno. Altri sostengono che ci si potrebbe riavvicinare alla parità.
Quel che è chiaro, per ciò che concerne gli investimenti spiccioli, è che deve permanere un atteggiamento attento nei confronti di quello che è il contorno economico e la sua influenza sulle valute.