Home Mercati Emergenti Il calo del petrolio trascina verso il basso anche il rublo

Il calo del petrolio trascina verso il basso anche il rublo

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 A inizio novembre la vittoria di Obama ha fatto apprezzare il rublo: è passato un mese da quel momento positivo per la valuta russa, ma la situazione si è modificata, tanto è vero che proprio nel corso degli scambi odierni vi è stato un ribasso che ha messo fine ai due giorni precedenti di ricavi. I ritorni economici dei titoli obbligazionari sono saliti in maniera sensibile, un evento che, insieme al declino valutario, si può spiegare con i dati negativi del petrolio, commodity di cui la Russia è la principale esportatrice al mondo, giunto al suo livello settimanale più basso.

La moneta in questione ha ceduto 0,3 punti percentuali rispetto al dollaro, mentre ha guadagnato la stessa percentuale nei confronti dell’euro: nel primo caso, per la moneta verde sono ora necessari 30,90 rubli, mentre ce ne vogliono 40,17 per ottenere un euro. Tra l’altro, di recente erano state stilate ottime previsioni di fine 2012 per il rublo stesso. Per quel che concerne, inoltre, il raffronto con un paniere composto dall’euro e dal dollaro è stato improntato a dei cambiamenti piuttosto lievi. Il greggio ha perso l’1,4% a New York, tanto è vero che la sua quota attuale ammonta a 86,65 dollari il barile.

Il declino non è certo sorprendente, ma rappresenta la conseguenza immediata del taglio delle previsioni da parte della Banca Centrale Europea per quel che riguarda l’eurozona, senza dimenticare che negli Stati Uniti si sta ancora cercando a fatica un accordo valido per affrontare il fiscal cliff. Il rublo non poteva risentire negativamente di tutto ciò, visto che l’”oro nero” e il gas naturale rappresentano circa la metà di tutte le entrate governative di Mosca. In conclusione, si può ricordare l’andamento della domanda di rendimenti extra da parte degli investitori in relazione ai bond russi denominati in dollari, con una crescita che JPMorgan ha stimato in 193 punti base.