Euro in deciso calo a inizio mattinata nei confronti delle principali valute internazionali di riferimento e, in particolar modo, contro dollaro statunitense e yen. La caduta (“brusca e disordinata” – come l’ha definita l’agenzia di stampa Reuters) si sta concretizzando con una correzione di oltre due punti percentuali dopo i dettagli sulle condizioni per il piano di salvataggio imposto a Cipro, che prevede – tra le righe del sacrificante documento – anche un prelievo forzoso sui conti bancari.
Il prelievo forzoso, simile a quello che l’Italia ebbe modo di sperimentare nella prima parte degli anni ’90 – è pericoloso per due motivi. Il primo è che si concretizza per percentuali che sfiorano il 10%, andando in tal modo a gravare in maniera straordinariamente dannosa per le tasche dei cittadini ciprioti. Il secondo è invece che il prelievo forzoso, “sponsorizzato” dall’Ue, rischia di creare un precedente facilmente adottabile in altri Paesi comunitari.
“La richiesta dei creditori internazionali, gli stessi artefici del salvataggio irlandese, portoghese e greco, coglie il mercato decisamente in contropiede” – affermava ancora l’agenzia – “In attesa che il parlamento di Nicosia si riunisca, le banche cipriote resteranno chiuse per evitare una massiccia fuga di capitali e i politici si sforzeranno di ottenere un ammorbidimento delle condizioni chieste dai partner internazionali” (qui i dettagli dell’accordo Ue – Cipro).
“Su Cipro restano ancora punti poco chiari ed è per questo che al momento nessuno è intenzionato ad acquistare euro, per lo meno nel corso della sessione di Tokyo e Londra” osserva Masashi Murata, strategist per Brown Brothers Harriman a Tokyo, dalle pagine di Reuters.
Il timore, che già qualcuno paventa in maniera trasparente, è che in alcuni Paesi ai confini dell’eurozona (l’Italia è tra questi), gli esecutivi decidano di intervenire direttamente sui propri conti andando a prelevare direttamente dai conti correnti dei privati. Che si tratti di un patema esagerato, o di una triste previsione, lo sapremo tra qualche mese.