Ne avevamo già parlato, come molti altri, quando la crisi giapponese pareva un processo lento e inarrestabile. La novità è che secondo il gestore di hedge fund, Kyle Bass, considerato un guru di Wall Street, la disintegrazione nipponica potrebbe essere più vicina del previsto. Complice l’apprezzamento della valuta locale (yen) Tokyo potrebbe non riuscire a far fronte a un debito pubblico stellare, da anni doppio rispetto al Pil. Kyle non dà stime temporali ma si basa su undato di fatto: “Le spese in social security e interessi sul debito contano per 44000 miliardi all’anno contro 41000 miliardi di entrate”, come spiega la rivista Fortune citata da Wall Street Italia. Anche se Kyle non dà riferimenti è bene specificare che l’aveva fatto già l’Fmi indicando la data del 2015. In quell’anno il debito nipponico supererà gli asset finanziari domestici decretando in sostanza il coma irreversibile. Non sarà dunque un collasso immediato (anche se potrebbe accelerare a causa delle pressioni valutarie che intaccano l’export). Quindi, ancora per una volta, diciamo “buonanotte Giappone”.