La decisione della Bank of Japan di aumentare gli acquisti mensili di titoli di stato (a un ritmo di 76 miliardi di dollari), di eliminare i limiti di acquisto sulle scadenze dei bond (prima fino a 3 anni) e di raddoppiare la base monetaria nel giro di due anni hanno creato i presupposti per una forte svalutazione dello yen, che sembra destinato a deprezzarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Queste misure di allentamento monetario senza precedenti dovrebbero spingere il tasso di cambio dollaro/yen fino a quota 100 nel breve periodo.
Sul forex il cambio dollaro/yen ai top dell’estate 2009 sfiora 99, ma secondo la maggior parte degli analisti a breve raggiungerà anche quota 100. Il deprezzamento dello yen sembra essere dato per scontato, a causa di una terapida d’urto shock della BoJ per combattere la deflazione che da ben 15 anni morde l’economia giapponese. Il neo-governatore della BoJ, Haruiko Kuroda, ha intenzione di centrare un target di inflazione al 2% entro due anni.
Lo yen rischia crollo senza freni secondo Soros, ma alcuni analisti valutari ritengono che il rally del dollaro sullo yen potrebbe incontrare degli ostacoli. Secondo jane Foley, forex strategist di Rabobank, la valuta giapponese potrebbe essere soggetta a venti contrari provenienti di varie direzioni. Innanzitutto c’è sempre l’incognita legata alla stabilità dell’area euro, soprattutto in caso di futuri salvataggi ma anche se dovesse perdurare l’impasse politica italiane e la recessione. Non sono da sottovalutare i rischi geo-politici, legati alle tensioni tra le due Coree, e nemmeno il rischio di un contagio nel resto della Cina dell’influenza aviaria.
Si tratta di una serie di variabili in gardo di determinare una minore propensione al rischio e quindi un ritorno dell’appetito verso valute rifugio come lo yen. Secondo gli specialisti di Morgan Stanley, il cambio dollaro/yen supererà quota 100 nel breve termine. Inoltre, gli investitori nipponici, già esposti in buona parte sugli asset denominati in dollari americani, potrebbero aggiustare ancora le loro posizioni in vista di nuovi indebolimenti della valuta giapponese.