La Federal Reserve (Fed) ha optato per lo status quo. Nonostante lo scenario economico, rivelato dai numerosi indicatori che mettono in luce l’attuale situazione di stallo, la FED ha deciso di mantenere il suo tasso tra lo 0 e lo 0,25%, fino alla fine del 2014. Come già anticipato, la banca centrale americana continuerà anche l’operazione “twist”, il programma di swap di obbligazioni sul mercato.Bernanke non ha ceduto al fascino e all’appello dei mercati, che da diverse settimane chiedono a gran voce un terzo round di quantitative easing (QE3), attraverso cui iniettare liquidità nell’economia reale con l’acquisto di debito degli Stati Uniti sul mercato. Il “bazooka”, come lo definiscono gli investitori, non verrà estratto dall’arsenale FED. Almeno per ora.
Gli economisti dell’istituto monetario USA, non hanno tuttavia escluso la possibilità di ricorrere a nuovi acquisti di asset, al fine di sostenere un’economia in fase stagnante, caratterizzata da un ritmo di crescita lento, da un preoccupante tasso di disoccupazione e da un mercato immobilaire depresso. L’economia statunitense è cresciuta solo dell’1,5 per cento nel secondo trimestre, rallentando da una espansione del 2 per cento registrata nel primo trimestre. La spesa dei consumatori vacilla e la disoccupazione si è attesta oltre l’8 per cento: per sei mesi consecutivi il livello non è sceso al di sotto di tale soglia, ormai divenuta psicologica. La creazione di posti di lavoro ha rallentato bruscamente nel secondo trimestre, portandosi a soli 75.000 unità al mese dalle 226.000 del primo trimestre.
La Federal Reserve non ha saputo offrire nuovi stimoli monetari e ha smorzato le attese degli operatori di mercato. Tutto prevedibile e previsto, in realtà – i mercati erano in trepidante attesa per le dichiarazioni di Benanke ma si aspettavano cautela e un certo attendismo- ma la FED avrebbe certamente potuto fare, anzi dire, qualcosa di più. Avrebbe potuto, ad esempio, essere più esplicita circa le mosse future. I banchieri centrali americani si sono certo impegnati a fare qualcosa, affermando (e ribadendo) di essere pronti ad adottare ulteriori misure…se le cose non dovessero migliorare.
Ma proprio su questo punto, probabilmente, era necessaria maggiore chiarezza, una spiegazione più esaustiva di quali sono le condizioni che potrebbero, quindi, giustificare un’azione da parte della FED. Bernanke e i suoi stanno certamente facendo tutto quanto è in loro potere, ma quello che secondo alcuni analisti e osservatori rappresenta la priorità in questo momento, è la rimozione degli ostacoli alla crescita, come la pletora di norme e regolamenti di tutti i tipi che stanno diventando sempre più onerosi per la crescita economica degli Stati Uniti.