Domani si riunirà il Consiglio direttivo della Banca centrale europea in trasferta a Helsinki per la tradizionale riunione di inizio mese. Questo non sarà però un vertice consueto. La decisione di aprile di alzare i tassi di 25bp all’1,25 per cento è una svolta nella politica monetaria dell’istituto di Francoforte volta a tenere a bada il caro vita con ripercussioni sul sistema bancario che portano naturalmente a una stretta creditizia visto l’aumento del costo del denaro. Gli analisti non si aspettano nessuna mossa operativa ed è per questo che l’attenzione si concentrerà sulle parole del presidente Jean-Claude Trichet nella conferenza stampa successiva al meeting. Ecco come il capo econonomista per l’Eurozona di Unicredit valuta la retorica della Bce. “La banca centrale ha due possibilità”, scrive Valli in una nota. La prima è confermare uno “monitoraggio molto stretto” dell’inflazione, le stesse parole usate il 7 aprile (giorno della stretta). Opzione probabile a l 60 per cento. Ciò significa che non ci sarà un ulteriore stretta nella prossima riunione con la conseguenza che il prossimo rialzo “è probabilmente programmato per luglio”. La seconda possibilità è forzare la retorica parlando di “vigilanza (o forte vigilanza)”. Ciò significherebbe “inequivocabilmente” che un nuovo rialzo dei tassi di 25 punti base arriverà a giugno con “l’intenzione di raggiungere il 2 per cento entro la fine dell’anno”. Altri rialzi, in questo caso, arriveranno a settembre e dicembre.