La BCE lascia i tassi di interesse invariati, con tutto ciò che ne consegue per l’economia, l’inflazione e gli scambi valutari nel mercato forex. Secondo il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, i dati provenienti dai paesi dell’Unione favorirebbero tale “immobilità”.
La ripresa è più solida di prima, i rischi sono più bassi ma la necessità di stimoli monetari, secondo l’economista, portano a rimanere ancora “al ribasso” sui tassi di interesse. Nello specifico la BCE ha lasciato invariati i suoi tassi principali lasciando il tasso di rifinanziamento pronti contro termine a zero, e il tasso sui depositi, cioè quello che le banche pagano per depositare i loro fondi in Europa che rimane negativo a -0,40%.
Si tratta di una formula questa che l’istituto bancario europeo intende lasciare in questo modo sul lungo termine da quel che si è compreso, forse anche oltre il tempo del “Quantitative Easing” la cui fine è prevista per il prossimo dicembre. Il punto è che tale atteggiamento è stato preso e viene mantenuto per tenere le economie dei vari paesi membri al loro meglio fino a che la crisi per loro non possa dirsi davvero finita: il problema consta nel fatto però che ad esempio quando si parla di scambi valutari, soprattutto nei cross con dollaro e sterlina l’euro rischia di perderci piuttosto che guadagnarci data la perplessità degli investitori.
E non si può nemmeno far finta di non vedere che alcuni paesi europei abbiano superato la soglia del 2% di inflazione: un dato che al momento non sembra attaccare la posizione della BCE e stimolare una normalizzazione della sua politica monetaria.