Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi riceve sempre più consensi per la presidenza della Bce. Dopo il favore tedesco anche i francesi sembrano voler dare credito al banchiere italiano, molto dipenderà anche da come andranno i colloqui odierni di vertice tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente Nicolas Sarkozy che, tra i tanti dossier caldi (Libia, immigrazione, Parmalat) hanno anche questa opzione da discutere. Intanto dalla Finlandia l’attuale presidente della Bce, Jean Claude Trichet, preferisce non commentare le speculazioni sulla propria successione affidandosi a una metafora calcistica: “Quel che conta è l’istituzione e la squadra”. Come a dire che le sorti della banca non dipendono, e non sono mai dipese, da un singolo individuo al comando. La decisione arriverà a giugno. Intanto, l’Eurozona rischia di perdere un potenziale futuro compagno: la Romania. Il primo ministro Emil Boc, come riferisce l’agenzia Mediafax, ha rinunciato all’obiettivo “adozione dell’euro” entro il 2015 per l’impossibilità di agganciare il Meccanismo di cambio europeo nel 2013-2014. Verrà fissata una nuova data entro fine mese, ma certo non tira una buona aria per aggiungersi al carrozzone europeo. Dall’altra parte dell’Oceano inizia il comitato direttivo della Fed. Domani Bernanke parlerà per la prima volta davanti alla stampa a conclusione dei lavori.