Come noto, la Federal Reserve ha annunciato l’intenzione di mantenere invariati i tassi di interesse ufficiali di riferimento nel medio termine, con la scelta di conservare il bassissimo livello di onerosità del costo del denaro fino ad almeno la metà del 2013. Un’opzione che sembrava essere una scelta obbligata, anche se non tutti sono stati concordi nel fissare un riferimento temporale di tale atteggiamento da parte della massima istituzione monetaria federale americana.
Ma cosa farà ora la Banca Centrale Europea? La domanda, non certo nuova, si è ripresentata in maniera molto insistente con la recente pubblicazione dei dati sulla crescita economica dell’eurozona e dell’UE a 27. Dati molto scarsi, che hanno deluso la maggioranza delle attese degli analisti, segnalando come all’interno del vecchio Continente ben pochi siano i margini di ottimismo sull’attuale stato di salute dell’area.
Con l’eurozona che è cresciuta di 0,2 punti percentuali durante il secondo trimestre, la mente torna rapidamente alla recessione del 2009, uno spettro che sembrava essere stato archiviato e che ora sembra invece tornare alla ribalta in maniera incessante. Di conseguenza, utile è cercare di capire cosa farà la Banca Centrale Europea nel corso dei prossimi mesi, con principale riferimento alla politica dei tassi.
Se dovessimo fare una previsione, visto e considerato che la debolezza economica non sarà un raffreddore semplice da guarire, stimeremmo che la Banca Centrale Europea possa mantenere invariati i tassi (già rialzati due volte quest’anno, all’1,5%) nel medio termine, intervenendo nel contempo per acquistare titoli di debito italiani e spagnoli e, chissà, di qualche altra nazione sull’orlo delle declamate difficoltà.
Vi ricordiamo infine che tutti i pareri che compaiono su queste pagine sono opinioni dei singoli autori, e non possono essere ritenuti degli inviti o delle sollecitazioni o delle consulenze ad investire sui mercati valutari secondo gli orientamenti evidenziati negli stessi articoli.
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