Cosa cambia sul mercato del Forex dopo i terribili attentati di Parigi avvenuti in data 13 novembre? Dal punto di vista dei cambi valutari, se l’attacco di Parigi avrà seguito con un conflitto tra ISIS e Occidente è lecito aspettarsi che la valuta che più si apprezzerà sia il franco svizzero.
Lo stato elvetico infatti rimane neutrale in caso di conflitto e quindi gli effetti sulla propria valuta saranno limitati.
Anche il dollaro australiano e quello neozelandese dovrebbero rimanere al di fuori della possibile direzionalità sui cambi forex che porterebbe un conflitto bellico.
Le valute più coinvolte sarebbero Euro, dollaro USA e Sterlina inglese. Sebbene il trend di fondo di queste monete sia chiaro agli analisti mondiali (euro e sterlina in ribasso e dollaro sempre più forte a medio termine), tutto potrebbe succedere.
Dal punto di vista delle manovre di politica monetaria, al momento non sembra possibile una rilevanza degli attacchi terroristici così elevata da poter influire sulle manovre che BCE, FED e BoE hanno in mente per il prossimo futuro.
Rimane quindi alta la possibilità che Mario Draghi aumenti la politica espansiva in atto e che Janet Yellen aumenti i tassi di riferimento USA da qui al primo trimestre 2016, mentre la BoE probabilmente rimarrà immobile per tutto il 2016.
Ma se il conflitto con l’ISIS dovesse inasprirsi, lo scenario principale che possiamo attenderci è quello di un intesa USA-UE per combattere le forze islamiche. In questo caso molto è probabile un rialzo dell’oro (in momenti di guerra è amplificata la sua natura di bene rifugio), che potrebbe quindi rallentare il rialzo del dollaro.
A sua volta l’euro uscirebbe fortemente indebolito da un conflitto che vedrebbe esposte le principali nazioni dell’area dell’unione monetaria europea.