Nella recentissima sessione di collocamento dei propri titoli, il Tesoro è riuscito a vendere 6,645 miliardi di euro sul medio lungo termine, posizionandosi pertanto nella parte alta del range preventivato di offerta 4,5 – 7 miliardi di euro. Un buon risultato, soprattutto se si tiene conto che il contesto nel quale è avvenuto questo ultimo collocamento era tutt’altro che favorevole. Attraverso tale transazione, il Tesoro è riuscito a coprire quasi l’80 per cento del programma di emissioni sul medio lungo termine relativo al 2012.
In particolare, per il Btp giugno 2017 – piazzato per 2,718 miliardi – Borsa Italiana – Reuters rende noto che il rendimento è sceso a 4,09% da 4,73% di fine agosto, attestandosi ai minimi da maggio dell’anno scorso. “Per quel che riguarda il decennale novembre 2022, assegnato per 2,927 miliardi, il rendimento è passato al 5,24% dal 5,82%, scivolando esattamente sul livello dell’asta dello scorso marzo” – aggiunge il sito.
“L’importo collocato è stato un po’ inferiore al massimo per i Btp, soprattutto sul cinque anni, ma va detto che sulla scadenza 2017 si concentrava sia l’offerta a tasso fisso sia quella a tasso variabile col Ccteu” – spiega invece, sulle stesse pagine, Luca Cazzulani di Unicredit – “Ma al di là di qualche tecnicismo, il Tesoro è riuscito a collocare 6,6 miliardi a medio lungo con un bid-to-cover medio di 1,5 – quindi con una domanda buona – e un costo medio di finanziamento sceso di circa una settantina di punti base rispetto all’ asta di agosto”.
Complessivamente, sommando al collocamento di ieri quello dei Bot semestrali di due giorni fa e quello di Ctz e i titoli indicizzati di martedì, l’asta italiana di fine mese si è conclusa con un controvalore di collocato superiore a 21 miliardi di euro. L’Italia si conferma così come un mercato particolarmente appetibile sul fronte dei titoli di Stato, ribadendo le buone impressioni stimate, con l’appuntamento oramai alle spalle.
Qui invece l’esito dei collocamenti dei Bonos spagnoli.
