Macchine e monete: verrebbe da sintetizzare in questa maniera la discussione che sta riguardando lo yen giapponese. Dopo la presa di posizione da parte di Ford Motor (vedi Ford preoccupata per lo yen debole), ora a intervenire ci ha pensato Kia Motors Corporation, seconda maggior casa automobilistica della Corea del Sud. Come ha sottolineato Lee Soon Nam, vicepresidente dell’azienda di Seul, l’indebolimento della valuta in questione sta diventando un’arma per le compagnie nipponiche, uno strumento utile per renderle ancora più competitive.
Il deprezzamento monetario favorisce e rinforza solamente le imprese che si trovano nel Sol Levante. Kia è intervenuta dopo essersi accorta che lo yen ha perso ben diciassette punti percentuali nel confronto con il won coreano, un ribasso registrato negli ultimi sei mesi per la precisione: ecco allora che le esportazioni di Seul verso Tokyo sono diventate ancora più economiche e convenienti. Hyundai Motor, la quale vanta una quota di partecipazione in Kia pari al 34%, ha fatto sapere tramite il suo direttore finanziario, Lee Won Hee, che uno yen così debole consente alle compagnie giapponesi di competere in maniera aggressiva in quelle regioni e in quei mercati in cui sono presenti anche le aziende coreane, come ad esempio l’Australia e la Russia.
Se il trend dovesse continuare così, la profittabilità di Hyundai sarà messa a serio rischio. Secondo le rilevazioni di Morgan Stanley, la divisa di cui si sta parlando e il suo vantaggio in termini competitivi hanno generato 1.500 dollari a vettura per le imprese del Giappone, mentre questo prezzo sale fino a 5.700 dollari nel caso dei competitor americani, una differenza davvero enorme. Toyota Motor Corporation, la più grande casa automobilistica al mondo, si attende una buona domanda da parte degli Stati Uniti, di poco superiore ai quindici milioni di autovetture nel corso del 2013, il 5,5% in più rispetto a un anno fa.