Le trattative per realizzare una moneta unica e comune all’intera Africa orientale sono ormai giunte alla loro fase finale, dunque il progetto potrebbe diventare presto una realtà concreta (vedi anche A che punto è la moneta unica dell’Africa Occidentale?). come ha spiegato Samuel Sitta, ministro per la Cooperazione di questo blocco all’interno del “continente nero”, si tratta solamente di un elemento per far diventare le nazioni orientali dell’Africa una destinazione privilegiata per quel che riguarda i principali business.
Secondo la road map che è stata tracciata in tal senso, i requisiti fondamentali per realizzare l’unione monetaria verranno ottenuti nel giro di dieci anni. Lo scopo è quello di assicurare una implementazione rapida e senza ostacoli del progetto. Lo stesso Sitta ha anche ribadito di recente la necessità di un mercato comune per quel che concerne l’unione doganale, senza dimenticare una maggiore armonizzazione delle politiche e delle leggi e l’istituzione di enti in grado di far funzionare l’unione delle valute. Gli stati coinvolti (ad esempio, possono essere citati la Somalia, la Tanzania, il Mozambico, il Kenya e l’Etiopia) si sono accordati su alcuni criteri che hanno a che fare con l’ambito macroeconomico, ma non sono escluse nuove intese in questo senso.
I criteri in questione non sono altro che un limite per il tasso di inflazione, non superiore all’8%, ma anche il deficit di bilancio è molto importante, visto che non dovrà oltrepassare la soglia del 3% del prodotto interno lordo (come avviene nell’Unione Europea). In aggiunta, non bisogna dimenticare il debito nazionale, il cui limite è stato fissato al 50% dello stesso Pil, con le riserve di valuta estera in grado di coprire un periodo complessivo di quattro mesi e mezzo. Qualche rallentamento è stato messo in conto, dato che la revisione delle leggi nazionali ha fatto registrare un ritmo non eccezionale, ma si guarda ora ad agosto come la naturale conclusione del protocollo.