E’ difficile capire come l’ultima richiesta della Commissione europea potrà trovare soddisfazione nei fatti. A parole dall’esecutivo di Bruxelles arriva seria preoccupazione per la condizione dell’Africa Subshariana. Quest’estate c’è il rischio che si ripeta una crisi umanitaria senza precedenti in in Niger, Burkina-Faso, Mali, Ciad, Mauritania. Siccità e desertificazione sono la peggiore spina nel fianco. Nel 2005 queste calamità sono costate la vita a milioni di persone, morte per fame. “Se non pioverà neanche a giungo, c’è da aspettarsi il peggio”, ha detto all’agenzia stampa Apcom una fonte comunitaria che sta seguendo la situazione. Molto preoccupata, secondo la fonte, è la bulgara Kristalina Georgieva, commissario europeo responsabile della Cooperazione, l’aiuto umanitario e la risposta alle crisi, che sta preparando un viaggio nella regione per l’inizio di giugno, scrive l’agenzia. Il problema non riguarda solo la tempestiva spedizione di viveri e acqua potabile ma anche il rischio che gli aiuti umanitari gratuiti affossino le economie della regione. Si pensa dunque ad una nuova strategia, ammesso che la crisi del debito in Europa e i tagli ai fondi per i paesi sottosviluppati (compresi nelle politiche d’austerity) non frenino ulteriormente il sostegno dei paesi occidentali. La nuova strategia consisterebbe nell’acquistare in loco, o comunque nelle aree vicine, i prodotti da distribuire alla popolazione, e usare gli aiuti alimentari di provenienza europea solo quando saranno davvero necessari, anche per calmierare eventuali volate dei prezzi sui mercati locali.
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