Le banche centrali di Taiwan e Cina hanno siglato un accordo davvero fondamentale dal punto di vista monetario: è quasi scontato aggiungere che è lo yuan il protagonista assoluto di questa intesa, con l’obiettivo di utilizzarlo per quel che riguarda il commercio internazionale. È un momento di grazia per la divisa dell’ex Impero Celeste, la quale non è soltanto partita alla conquista del Sud-Est asiatico, ma potrebbe beneficiare ora di nuovi vantaggi. In particolare, Taiwan è intenzionata a consentire il trading interbancario dello yuan, creando una sorta di nuovo tasso di cambio, come ha precisato il governatore dell’istituto di credito centrale, Perng Fai-nan.
In aggiunta, le due autorità monetarie asiatiche stanno negoziando nel dettaglio uno swap monetario, in modo che la Repubblica di Cina possa detenere degli assets finanziari denominati in yuan per quel che riguarda le proprie riserve estere. Inoltre, le compagnie di Taiwan sono destinate a trarre i massimi vantaggi dall’accordo stesso, in particolare in relazione ai rischi di scambio. Pechino sta espandendo le relazioni internazionali della propria moneta con i principali partner commerciali, il modo ritenuto più adeguato per promuoverne l’utilizzo.
Paesi come Singapore, Giappone e Thailandia hanno siglato delle intese molto simili a quella a cui si sta facendo riferimento per ridurre nel miglior modo possibile la dipendenza dal dollaro americano. Secondo la maggior parte degli analisti, si tratta di contrattazioni molto interessanti e utili, in quanto la domanda di yuan è in crescita; in particolare, gli esportatori e le piccole e medie imprese di Taiwan avranno la possibilità di ridimensionare i loro costi di transazione, un elemento di non poco conto. D’altronde, non bisogna dimenticare che “Formosa” detiene il maggiore surplus commerciale proprio con la Cina e l’investimento diretto estero delle compagnie locali è cresciuto dell’11% lo scorso anno (tredici miliardi di dollari per la precisione), secondo quanto reso noto da alcuni dati ufficiali.
