A Spagna e Grecia le agenzie di rating non piacciono proprio. Il ministro delle Finanze di Atene, George Papaconstantinou, si è rivolto a Bruxelles chiedendo di prendere provvedimenti “urgenti” dopo che Moody’s ha recentemente tirato una nuova bordata sul debito ellenico, sempre più difficile da finanziare. La lettera era diretta alle massime autorità dell’economia il presidente dell’Europgruppo, Jean-Claude Juncker, al commissario agli Affari economici, Olli Rehn, al presidente della Bce, Jean-Claude Trichet e al commissario al Mercato interno, Michel Barnier. Dall’altro capo dell’Unione europea, in Spagna, anche il merito di credito di Madrid ha subito un declassamento. E qui il ministro dell’Economia, Elena Salgado, protesta mettendo in fila i numeri. Ci sono “divergenze” rispetto alle valutazioni dell’agenzia americana e e quelle governative, ha lasciato intendere. Sono esagerate le attese di Moody’s sui costi di ristrutturazione del settore bancario spagnolo, in particolare le casse di risparmio, che secondo l’agenzia saranno di 40-50 miliardi invece dei 20 miliardi di euro stimati dalle autorità. Insomma, la fronda è partita e nel frattempo l’Europa non ha ancora messo in piedi un meccanismo utile alla tutela dei paesi membri dagli “attacchi” (o dalle valutazioni) delle agenzie. E soprattutto l’Ue ancora non a messo nero su bianco che le agenzie di rating del credito, oggetto di un progetto di riforma, devono innanzi tutto essere responsabili per i propri giudizi e se necessario rispondere dei propri errori.