Non siamo rivali ma partner. Con questo spirito fraterno è iniziata la storica visita del primier cinese Wen Jiabao (foto) in India, per la precisione a New Delhi. Non è così semplice come sembra. Sono le due economie emergenti più promettenti, in forte competizione. Dire chi vincerà la battaglia del secolo, come l’ha chiamata l’Economist, è una scommessa difficile da vincere. L’impressione è che la Cina sia in enorme vantaggio. Soprattutto perché ha infrastrutture moderne, un’economia organizzata e – brutto a dirsi – uno stato autoriario che persegue una strategia di lungo termine chiara e determinata. D’altro canto l’India è la più grande democrazia del mondo, notoriamente corrotta, e si allunga su un paese con ritardi infrastrutturali notevoli che sta cercando di colmare. Non devono ingannare nemmeno gli intenti amichevoli in questa visita di cortesia di Wen, che – non a caso – viaggerà poi verso il Pakistan. Paese che rappresenta una ferita aperta per l’India a causa della contesa regione del Kashmir, dove per giunta – nelle zone limitrofe – ha problemi di limes anche con la Cina.Pechino, infatti, sta pensando di introdurre dei visti speciali per i cittadini indiani provenienti da Arunachal Pradesh, Jammu e Kashmir (come ho documentato in un dossier ISPI). Di contro, l’India ha introdotto restrizioni per l’ingresso dei lavoratori cinesi nel paese. Pechino reclama parte dell’area del Kashmir sotto amministrazione indiana mentre l’India ritiene che la Cina stia occupando illegalmente parte del territorio. New Delhi, inoltre, guarda con disappunto ai progetti infrastrutturali cinesi in programma nella zona del Kashmir sotto amministrazione pakistana ed è preoccupata dalla crescita della potenza militare di Pechino in Tibet.
(foto: LIFE)