L’impennata dell’inflazione darà altri problemi al governo di Pechino. Secondo l’ufficio di statistica nazionale è il prezzo dei beni alimentari che ha fatto salire l’indicatore al livello più alto degli ultimi 28 mesi (5,1 per cento). Gli interventi messi in campo dalla Cina non hanno ancora dato gli effetti desiderati e “la crescita dei prezzi a novembre è stata al di là delle aspettative della gente”, come sottolineato da Sheng Laiyun, portavoce del Centro Nazionale di Statistica. Le misure governative richiedono del tempo prima di dare risultati, ha aggiunto. Ma il malcontento sale: gli alimenti sono un bene sensibile. La crescita dei prezzi sul comparto, secondo i dati reso noti, era stata del 10,1 per cento in ottobre a confronto con l’anno precedente. Per capire quanto incide il prezzo del cibo sull’inflazione basta pensare che a novembre i prezzi alimentari hanno contribuito per il 74% alla crescita dell’indice. Gli accademici sono scettici su una rapida soluzione del problema. Liu Yuanchun è professore all’Università Popolare di Pechino. Sostiene che le restrizioni imposte non siano in grado di fermare l’inflazione velocemente. Secondo quanto dichiarato all’agenzia Nuova Cina, e riportato dall’Ansa, Liu pensa che la cifra raggiunta a novembre (5,1 per cento) possa essere considerata il picco massimo annuale.
[…] per il 2011 sarà aumentare lo sviluppo interno della Cina, nella consapevolezza comunque che l’aumento dei prezzi ha colpito le fasce di basso e medio reddito. Non per questo Pechino ha intenzione di rinunciare all’obiettivo di diversificare le proprie […]
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