Dopo la frenata del Pil rallenta anche l’industria cinese. Un raffreddamento dell’economia che si tradurrà in un indebolimento delle esportazioni, come dichiarato dal portavoce del ministero competente Zhu Hongren.
Una dinamica per niente sgradita al governo centrale, che da mesi sta cercando di raffreddare crescita, inflazione e mercato immobiliare. I segnali di rallentamento che arrivano sono sintomo del fatto che la strategia di Pechino sta funzionando. L’obiettivo, infatti, è quello di evitare l’esplosione di una bolla finanziaria di dimensioni catastrofiche, anche a livello globale. Nel secondo trimestre la crescita del Pil cinese su base annua si è attestata al 10,3 per cento, contro l’11,9 per cento dei primi tre mesi secondo quanto riferito la scorsa settimana dall’ente di statistica. Zhu oggi ha però escluso che la frenata finirà per strozzare la crescita, un passaggio che ha dato adito ai trader di pensare a nuove mosse del governo per mitigare la stretta. Oggi la Borsa di Shanghai ha mantenuto un andamento rialzista, segnando un più 2,15 per cento. Medaglia d’oro tra le piazze dell’Asia Pacifico.