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G20, l’Asia di Obama

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 Luci e ombre sul G20 di Toronto dove sembra che i leader dei paesi avanzati non abbiano ancora raggiunto un accordo sulla tassa per le banche, come spiega una fonte canadese, dopo l’approvazione bipatisan della riforma della finanza americana (che tassa per 19 miliardi gli istituti Usa). Dopo un G8 votato a temi di politica internazionale, il G20 ha preso una connotazione sempre più economica. Il premier canadese Stephen Harper che ospita il Summit a Toronto auspica che i leader raggiungano un accordo per dimezzare i deficit di stato entro il 2013. Un obiettivo ambizioso che potrebbe non andare oltre l’effetto annuncio, come spesso capita. Dai colloqui bilaterali tra i “grandi” emerge un dato importante. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito la propria strategia di politica estera e cooperazione economica. Obama ha programmato ben cinque colloqui su sei con esponenti di paesi asiatici (Sud Corea, Cina, India, Giappone, Indonesia) tagliando completamente fuori o quasi l’Europa, visto che incontrerà solo il nuovo premier inglese David Cameron.

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