Fondo Ue, la Gran Bretagna mette il veto

La Gran Bretagna non ha intenzione di partecipare al fondo salva-stati proposto dall’Eurogruppo, oggi all’esame dell’Ecofin. Durante la discussione a Bruxelles il ministro delle finanze inglese Alistair Darling ha messo il veto al meccanismo comunitario che si propone di sostenere gli Stati in difficoltà: “Noi non vogliamo mettere a repentaglio la ripresa” e “faremo la nostra parte”, ma se si tratta di sostenere la moneta unica, “ovviamente questo è un compito che spetta ai paesi della zona euro”, ha precisato Darling.
Al momento ci sono due opzioni sul tavolo. La prima, mal vista da Londra, è quella di un fondo da 60 miliardi di euro di prestiti da fornire ai paesi in difficoltà da erogare “in circostanze eccezionali” per concedere “assistenza finanziaria”. Un’opzione che trova fondamento nell’aricolo 122 del trattato Ue. Londra in questo caso vorrebbe defilarsi e starebbe cercando l’appoggio di altri paesi europei che non aderiscono all’euro.
L’altra opzione sarebbe la cosiddetta “formula ungherese”: un meccanismo finanziario – usato di recente da Ungheria, Lettonia e Romania – oggi destinato ai paesi fuori dall’eurozona da allargare a tutti i membri dell’euro. In questo modo, cioè dando più ampio respiro alla norma contenuta nel Trattato di Lisbona, la Gran Bretagna non dovrebbe sborsare un centesimo perché i soldi attinti verrebbero rimborsati (in quanto prestiti bilaterali) dai Sedici della moneta unica, com’è stato per la Grecia.