Una ripresa moderata nel 2010, con una crescita vicina all’1%. Queste le prospettive del presidente della Banca centrale europea (Bce) anche se “il rischio che squilibri globali insostenibili possano riemergere nel prossimo periodo non può essere sottovalutato”, ha detto Trichet davanti al Parlamento europeo. Inoltre, i governi dovranno fare attenzione ai bilanci perché negli anni successivi servirà “indubbiamente” fare più di quanto fatto finora. Per questo, visto l’aumento dei deficit, i capi di stato dovranno dare la massima priorità ai piani di risanamento dei conti.
La settimana appena iniziata è cruciale per il futuro dell’eurozona e l’andamento dell’euro, che questa mattina ha risentito ancora delle tensioni relative alla Grecia. Il 25 marzo si terrà la riunione dell’Eurogruppo, quando scadrà l’ultimatum di George Papandreou per attivare misure concrete nei confronti di Atene. In caso contrario sarà necessario l’intervento del Fondo monetario internazionale, ben visto dalla Germania ma osteggiato dalla Francia di Nicolas Sarkozy, che preferisce un intervento “europeo”. (Questo mentre Dominique Strass Kahn, presidente del Fondo, si profila come uno dei possibili concorrenti per la corsa all’Eliseo.)
Domani la Bank of Japan pubblicherà la minute dell’incontro del 17 marzo, nel quale ha raddoppiato la linea di credito per le banche (163 miliardi di euro). Nel pomeriggio dagli Stati Uniti arriverà il Redbook. Mercoledì l’indice Ifo dalla Germania, previsto in leggero miglioramento. La banca centrale norvegese (Norges Bank) deciderà sui tassi d’interesse. Giovedì il presidente della Fed Ben Bernanke parlerà di exit strategy.