“La speculazione e la variabilità dei prezzi delle materie prime, delle risorse e energetiche e dei prodotti alimentari che determinano tragedie, come la morte di decine di milioni di persone in Africa”. Parole del presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, intervenuto in occasione dell’incontro tra i capi di Stato e di governo Ue a Bruxelles. Sul piatto le questioni da portare al G20 di Pittsburgh.
Tra lotta ai bonus e Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, quello della speculazione sulle commodities è stato uno dei temi più caldi.
Secondo i dati a disposizione della Word bank tra il gennaio e agosto 2008 si è registrato un aumento vertiginoso delle materie prime non energetiche (grafico a cura di mongbay.com) , con conseguenze disastrose per i paesi poveri e in via di sviluppo. A un anno da allora il prezzo del grano era aumentato del 130%, quello del riso del 74, la soia dell’87% e il mais del 53%. Su 6 miliardi di abitanti, 2,2 vivono in condizioni di precaria sopravvivenza e si nutrono di questi alimenti. Per l’Onu la colpa è dei biocaburanti, propellenti ricavati soprattutto dai cereali.
Secondo Jean Ziegler, sociologo e politico svizzero, “i biocarburanti sono un crimine contro la maggior parte dell’umanità. Prendete gli Stati Uniti. Un terzo della loro produzione di mais serve alla produzione di biocarburanti con 6 miliardi di sovvenzioni da cui ne traggono profitto 4 o 5 multinazionali”.
Con l’inizio della crisi la speculazione sembra essersi fermata, e così anche i prezzi delle commodities non energetiche, ma da qualche mese la curva tende pericolosamente al rialzo. E’ un aumento più “dolce” rispetto a un anno fa, ma lento e costante.