Con uno slancio di ottimismo, la Banca centrale europea annuncia: “la recessione è a un punto di svolta”.
Nell’ultimo bollettino i toni sono decisamente diversi da quelli consueti. Per la Bce la contrazione dell’economia europea sta “chiaramente diminuendo”.
Un ulteriore segnale di miglioramento dello scenario economico che arriva dopo le dichiarazioni di Barack Obama qualche settimana fa: il presidente americano aveva parlato di “inizio della fine”, mentre la Federal reserve comincia a vedere segnali di stabilizzazione.
Nonostante la schiarita su Francoforte, le previsioni parlano chiaro: Pil dell’Eurozona in calo del 4,5% nel 2009. Stima corretta al rialzo, dal precedente 3,4%, contestualmente con l’aggiustamento dell’espansione per il 2010 da 0,2 a 0,3 per cento, segno che c’è ancora lavoro da fare.
Un giorno i governi abbandoneranno i piani di stimolo, e dovranno sistemare i conti di casa dopo l’emorragia dovuta agli aiuti alle banche. Un’impresa non facile senza la spinta di lavoro e imprese. Per la Bce il tasso di disoccupazione raggiungerà il 10,9% nel 2010, in lieve discesa nel 2011 al 10,6 ma le famiglie – ricordano, senza ironia, da Francoforte – grazie ai tassi bassi avranno più facilità nel ricevere credito dalle banche.
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