Il Regno Unito ha lasciato cadere il muro della diffidenza per sedersi al tavolo con gli altri 27 peasi europei per creare uno strumento di supervisione finanziaria targato Bce. La manovra è scontata, non poteva essere altrimenti visto che gli Stati Uniti si sono già mossi in questa direzione con la ridefinizione del ruolo della Fed. Il piano verrà attuato con tutta probabilità nel 2010, secondo la direttrice di “una cornice comune europea” a patto che la banca centrale non possa interferire con l’operato degli stati e dirigere i rapporti stato-privato (leggere “banca”).
Sono stati ascoltati i desideri di Lorenzo Bini Smaghi che venerdì dalla Bocconi di Milano aveva sottolineato la necessità di un intervento congiunto sulla vigilanza. Il membro italiano dell’Eurotower ha aperto scenari inquietanti sullo sfruttamento della crisi e il suo sviluppo: “le forze che spingono per mantenere lo status quo stanno guadagnando terreno. E se queste forze non verranno contrastate fermamente, la crisi potrebbe rivelarsi un’opportunità sprecata di restituire un’etica alla finanza e la prossima crisi potrebbe addirittura diventare più vicina”.
La bozza di riforma della vigilanza prevede un comitato prudenziale a guida Bce fiancheggiato da 3 autorità per banche, assicurazioni e mercati. Al momento non si esclude la presidenza per Trichet.
[…] rivoluzione. In ogni caso l’accelerazione di Obama ha portato l’Europa a riflettere sul futuro della vigilanza in Europa e, dopo il memorabile battibecco tra Bruxelles e Londra, i 27 sembrano avviati verso un accordo (non […]
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