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Unicredit e Mps, possibile uso Golden Power?

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Unicredit e Mps possibili “vittime” del Golden Power? È una domanda lecita, soprattutto dopo l’ultimo question time alla Camera del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Unicredit e Mps fermate dal Golden Power?

Il ministro ha infatti parlato dell’ops di Unicredit su Banco BPM e di quella di Mps su Mediobanca. Pur sottolineando che il veto sulle operazioni sarebbe davvero l’ultima spiaggia, Giorgetti ha voluto ricordare come funziona il Golden Power e la normativa a esso legata.

La legge vuole che a prescindere dalla nazionalità del soggetto acquirente, nel caso l’acquisizione riguardi soggetti di rilevanza strategica, che il campo finanziario corrispondono tra l’altro a banche, società finanziarie o assicurative generanti un fatturato annuo più alto di 300 milioni e da 250 dipendenti, il Golden Power possa essere usato.

L’ops di Unicredit e quella di Mps rispettivamente su Banco BPM e Mediobanca sono attualmente al vaglio del comitato del Golden Power. Data la tipologia di operazione e le eventuali ricadute che potrebbero esservi è naturale muoversi con i piedi di piombo e chiamare in causa, potenziale, qualsiasi strumento che consenta di proteggere l’interesse generale.

Il ministero ha semplicemente ricordato come Unicredit e la banca senese, in conformità con ciò previsto dalla Legge, abbiano notificato le due operazioni. Bisogna ricordare che nel caso specifico, per l’utilizzo di questo strumento, il comitato dedicato può non solo aprire istruttorie ma anche collaborare con autorità indipendenti come Consob, Banca d’Italia e altre ancora.

A rendere possibile l’utilizzo del Golden Power sono essenzialmente la grandezza delle operazioni e i soggetti coinvolti. Non dobbiamo ricordare che sia Banco BPM che Mediobanca al momento non hanno espresso desiderio di diventar parte di quelle realtà che stanno cercando di comprarle.

Valutazione attualmente in corso

È ancor più importante quindi valutare che ogni elemento di queste realtà funzioni adeguatamente. E che possa continuare a farlo anche davanti a un’eventuale acquisizione. Ovviamente vi è una politica di non discriminazione per quel che riguarda tale analisi. E ogni decisione verrà presa dopo un’istruttoria approfondita.

Deve essere ancora sottolineato: il veto alla conclusione dell’operazione viene considerato come ultima spiaggia dal Ministero. E verrà applicato solo nel caso in cui gli asset fossero realmente “in pericolo”.

La materia, nel caso specifico, è molto più complessa di quel che si possa pensare. Proprio per via di una potenziale insofferenza nei confronti dell’operazione da parte di chi dovrebbe essere acquisito.

Solo nelle prossime settimane e con le assemblee dei soci si potrà avere un’idea di quel che potrà accadere. E di conseguenza se il Governo dovrà intervenire.