La Fed ferma il rialzo dei tassi di interesse, almeno per il momento. La banca centrale americana ha infatti deciso di fermare momentaneamente il rialzo del costo del denaro.
Fed decide di non rialzare i tassi
Toccherà ora assistere alle conseguenze di questo gesto e valutare se avrà sortito l’effetto desiderato. Questa decisione sarebbe stata presa in base ai dati raccolti nelle ultime settimane. La situazione generale avrebbe consentito quindi di mettere momentaneamente in pausa la politica monetaria restrittiva e valutare come agire poi nuovamente sul breve termine.
Lo stop ai tassi da parte della Fed mantiene gli stessi in un intervallo compreso tra il 5% e il 5,25%, segnando un blocco degli aumenti dopo 10 consecutivi già avvenuti. Se si prende in considerazione il valore dell’inflazione attuale in America, una simile decisione non stupisce.
Soprattutto tenendo conto della crisi nel settore bancario che ha attuato al fallimento di alcuni importanti nomi. Il cui crack totale è stato evitato solamente dall’immediato intervento delle autorità e di alcuni grandi nomi che hanno deciso di investire.
La Fed non ha spiegato molto di ciò che l’ha portata a prendere questa decisione ma ha sottolineato che il mese prossimo i tassi di interesse potrebbero risalire nuovamente. La decisione la dovrà prendere il comitato dedicato analizzando i dati in possesso.
Dobbiamo ricordare che quando parliamo di tassi di interesse parliamo dei tassi che la banca centrale impone per prestare il suo denaro alle banche. In poche parole si parla del costo del denaro e il suo innalzamento è lo strumento principale con il quale la Fed e gli altri istituti centrali possono tenere a bada l’inflazione.
Inflazione sempre dato basilare
Nel sistema economico infatti l’aumento del costo del denaro, in teoria, causa il calo di quei fenomeni alla base dell’aumento dei prezzi. La Fed ha deciso per questa politica monetaria restrittiva proprio per raffreddare l’economia, cercando di tenere sotto controllo il dato inflazionistico. Questo è pari a circa il 4% negli Stati Uniti: ragione per la quale è stato possibile prendere una pausa negli aumenti.
Ora che la Fed ha agito in questo modo sarà curioso vedere cosa intende fare la BCE. Anche la banca centrale europea infatti si trova a dover agire sull’inflazione attraverso una politica monetaria restrittiva. I dati di riferimento tra le due zone sono però differenti e diverso potrà essere il comportamento.
Gli Stati Uniti dovranno verificare in queste settimane se la decisione presa porterà i frutti sperati. Se ciò non dovesse accadere con molta probabilità anche la banca centrale americana ricomincerà con la stretta sui tassi.