È il premier Mario Draghi ancora una volta ad essere chiamato in causa per ciò che concerne il futuro di Ita: starà a lui infatti decidere quale dossier, tra due messi a disposizione dai ministeri competenti, dovrà essere inviato a Bruxelles per far partire la fase di negoziazione al più presto.
Tempi stretti per la ripartenza
I tempi si sono ormai fatti stretti e c’è la necessità di decidere quella che sarà la strada da intraprendere per il nuovo vettore italiano che sostituirà, nominalmente, Alitalia: la newco se vuole partire con il piede giusto dovrà riuscire ad intercettare la domanda del mercato estivo dei trasporti aerei. Non è possibile considerare infatti come di successo una ripartenza non basata sulle prenotazioni che inizieranno ad avvicendarsi con l’arrivo dei mesi più caldi, grazie anche alla campagna vaccinale in corso. La gente ha voglia di partire e di muoversi, riconquistando quella libertà della quale si è sentita privata fino ad ora.
Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Corriere della Sera la decisione di Draghi dovrebbe avvenire a breve: le bozze, seppur molto simili, differiscono nella gestione di handling e iniziative e vedrebbero in entrambi i casi la necessità di un sacrificio da parte dei lavoratori e della stessa azienda. Quel che si sta facendo e di certo spingere il piede sull’acceleratore per la ripartenza di Ita.
Ha ancora poco tempo Alitalia per far partire Ita in modo corretto e privo di problematiche: calcolando che servono almeno 60 giorni per avviare le operazioni di partenza, il via libera dell’antitrust deve arrivare non più tardi di metà maggio per consentire una gestione priva di troppi rischi sul lungo periodo da parte dell’azienda. È necessario per il vettore intercettare la domanda prima che la stessa venga accalappiata dalle compagnie di volo low cost che potrebbero, come già accaduto in passato, togliere dei clienti al vettore italiano.
Rinunce per ottenere il via libera
Le due bozze presentano, secondo le indiscrezioni del corriere, sia una risposta certa alle necessità di discontinuità richieste da Bruxelles sia diverse configurazioni degli asset. Questo si traduce ad esempio nella rinuncia al programma Millemiglia a favore di un mantenimento dell’handling.
Nel momento in cui il premier Mario Draghi invierà il dossier scelto partirà, come già anticipato, la fase di negoziazione mentre Ita manterrà aperti gli accessi alla data room.
L’atteggiamento europeo nei confronti del dossier è rimasto più o meno lo stesso delle settimane scorse, sebbene sia stato lamentato un certo silenzio per diverso tempo da parte delle autorità italiane. L’ultimo vero confronto tra le parti si è tenuto infatti lo scorso 26 aprile e questo silenzio reiterato avrebbe portato, secondo alcune fonti, a rimandare quella che è la decisione europea in merito agli 1,3 miliardi di prestiti erogati alla vecchia Alitalia.
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