Un cambio euro-dollaro a 1,30 è possibile? Secondo alcuni analisti si ed in particolare per quelli di Deutsche Bank come George Saravelos. Tentiamo di capire perché si tende a pensare tutto ciò basandosi sull’attuale condizione del mercato.
Una delle principali motivazione è legata agli scambi commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti che aumenteranno in numero e che saranno in grado di apportare maggiori vantaggi all’economia del vecchio continente. Non solo: l’euro tra le valute principali mondiali è senza dubbio quella che sia per politica monetaria che economica applicata è quella più facilmente candidabile a far registrate ottime performance. Un’aspettativa questa che pompa forza a suo favore da parte degli investitori. Ed a questo va aggiunto che nonostante l’aumento dei tassi d’interesse occorso negli ultimi 12 mesi, il dollaro non ne ha beneficiato come avrebbe dovuto, aiutando quindi il cambio euro-dollaro a crescere a favore del primo.
Quello che appare evidente a tutti gli analisti è che l’euro è riuscito a guadagnare terreno anche durante il quantitive easing della Fed, momento nel quale sarebbe toccato alla moneta verde salire e rafforzarsi: è proprio questa insensibilità generale del dollaro agli stimoli a far pensare che 1,30 nel cross euro-dollaro non è un obiettivo assurdo nel corso di questo anno.
Tenendo conto di un fattore, l’euro ha ancora spazio di manovra all’interno dei mercati nei quali si trova: maggiori investimenti possono ancora essere fatti. Un possibile “sbilancio” nel Forex, deve poi essere tenuto da conto: se la situazione non migliorerà, sarà necessario mettere in conto una forte vendita del conio statunitense e dei malaugurati frutti della manovra economica di Donald Trump che porterà ad un twin deficit (commerciale e pubblico) di almeno il 2%.