Continua il percorso discendente del dollaro contro l’euro. Il Russiagate continua a influenzare non solo la politica statunitense ma anche il mercato valutario nel quale la moneta verde soffre e non poco nei confronti di quella europea.
Sono stati infatti toccati nuovi minimi rispetto a maggio 2016 e la colpa è da ascrivere al momento tutto ai figlio maggiore del presidente degli Stati Uniti ed il suo scambio di email con degli esponenti della politica russa. Gli ultimi dati relativi al cross euro/dollaro parlano della valuta nostrana a 1,1489, un picco che non si vedeva da quasi un anno e mezzo e che è occorso dopo che il New York Times, ha pubblicato lo scambio di email con Rob Goldstone, riguardante l’incontro del 9 giugno del 2016 con l’avvocato russo Natalia Veselnitskaya, la quale sosteneva di avere materiale compromettente su Hillary Clinton.
Il dollaro, per quanto si tratti di qualcosa di temporaneo, non promette bene nemmeno per ciò che concerne il cross USD/Yen, al momento “vittima” di un quadro ribassista. Niente che in realtà non segua quelle che sono state le previsioni di questo periodo da parte degli analisti. Una delle ipotesi più accreditate è che i corsi potrebbero seguire l’andamento attuale fino a riportarsi nelle vicinanze del supporto statico di lungo periodo a circa quota 116. Importante da tenere in considerazione, in linea generale per gli altri rapporti di valuta che, per la prima volta dal 2010, la banca centrale del Canada ha incrementato il costo del denaro portandolo dallo 0,5% allo 0,7%: anche in questo caso qualcosa pienamente previsto dagli esperti.