Le banche venete sono in fallimento: sia la BCE che Single Resolution Board hanno dato il via libera alla liquidazione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza dopo aver accertato ufficialmente che le stesse sono “in dissesto”.
Cosa significa questo? Molto semplice: si può iniziare formalmente il percorso che porterà alla creazione della good bank che comprerà Intesa SanPaolo e della bad bank che comprerà lo Stato. Va sottolineato: non è ancora chiaro quanto tutto ciò verrà a costare ai cittadini italiani se il governo si accollerà il debito delle banche venete. Il Ministero del Tesoro spiega che verranno prese tutte le misure necessarie ad assicurare la piena operatività bancaria con la tutela di obbligazionisti, correntisti, depositanti e junior retail: ma questo come si sposa con la necessità dello Stato di non spendere soldi che non ha?
Vero è che al momento, nonostante tutto, vi sarebbe un braccio di ferro molto intenso tra il Ministero e Banca Intesa per quelli che saranno gli esuberi ai quali si andrà inevitabilmente incontro: la stima ufficiale parla di 4000 uscite per un costo di circa 1,2 miliardi di euro. Si sta pensando ai prepensionamenti ma solo 1.200 ne avrebbero i requisiti. La situazione è senza dubbio più ingarbugliata di quello che si possa pensare e se da una parte c’è Banca Intesa che non vuole accollarsi spese eccessive, dall’altra via la BCE che non vede come accettabile che tutti gli oneri ricadano sulle casse pubbliche.
Sebbene la Banca centrale europea abbia dato il suo via libera alla presa in carico di possibili soluzioni, la situazione è tutt’altro che chiara e rosea.