Prosegue il rally dello Yen. La valuta nipponica è in grande spolvero e si muove in rialzo in confronto a tutte le altre major pips.
La coppia USD/JPY viene trattata a quota 106, dopo aver toccato il massimo a quota 105,8 nella giornata di lunedì. Contro l’euro, lo yen ha raggiunto quota 119,69. Intanto si attendono gli esiti della riunione della Federal Reserve, che avrà inizio oggi e durerà due giorni. Nell’attesa, il dollaro viene trattato a quota 94,46. Il Financial Times scrive che Fitch Ratings ha corretto al ribasso le sue previsioni sullo Stato più indebitato del mondo, portandole in negativo. Fitch ha affermato di dubitare dell’impegno del governo nipponico al risanamento delle finanze pubbliche.
Questa variazione delle prospettive fa di Fitch la prima agenzia di rating a cambiare la propria posizione sul Giappone a seguito della decisione del primo ministro Abe di procrastinare l’incremento dell’imposta sui consumi, previsto per l’aprile del 2017. La mossa Fitch mette in risalto un acceso dibattito sull’interpretazione del rinvio dell’imposta.
Secondo alcuni analisti, Abe ha rinunciato a riportare il bilancio in pareggio. Secondo altri, il rinvio aiuterà il Giappone a uscire dalla deflazione e ad accrescere le proprie finanze nel lungo periodo. Fitch afferma:
La revisione delle prospettive riflette, anzitutto, la minore fiducia di Fitch nell’impegno delle autorità giapponesi al risanamento del bilancio. Fitch non si aspetta più un aumento dell’imposta sui consumi. Il rapporto tra debito pubblico e Pil continuerà ad aumentare di 1 o 2 punti percentuali all’anno fino al 2024, invece di raggiungere un picco del 247$ nel 2020, come precedentemente previsto.Al forum per gli investimenti in Asia del 2016, svoltosi a Nomura il 7 giugno, il ministro delle Finanze del Giappone, Sakai, ha dichiarato che, contrariamente a quanto sostenuto dai critici, l’Abenomics sta funzionando. Sakai ha inteso difendere la strategia a tre livelli attuata dal primo ministro Abe a partire dal 2012 al fine di far uscire l’economia giapponese da anni di contrazione.
Sakai ha dichiarato che l’Abenomics è riuscita a tirare fuori il Giappone dalla deflazione e ha cambiato la mentalità estremamente “avversa al rischio” di consumatori e aziende. Non solo sono gli utili societari sono aumentati di oltre il 40% dal 2012 a un livello storico di 65 miliardi di yen (829 miliardi di dollari) nel 2015, ma il Pil è cresciuto da appena 30 miliardi a più di 500 miliardi di yen e la disoccupazione è diminuita del 3,2%.