Nel corso della notte gli indici regionali asiatici hanno perso molto campo, dopo il drastico -1% dell’S&P 500 in scia alle apprensioni legate al rialzo del tasso della Fed.
All’interno di un suo intervento, il presidente della Fed Rosengren ha dichiarato che, alla luce dei dati USA solidi, la Fed è pronta ad alzare i tassi d’interesse. Il Nikkei e il Composite di Shanghai hanno chiuso in marginale rialzo, rispettivamente dello 0,15% e dello 0,14%.
Le altre piazze asiatiche hanno invece chiuso in territorio negativo. L’EUR/USD si è mosso nella stretta fascia compresa fra 1,0766 e 1,0737, mentre il momentum rialzista dell’USD/JPY ha fatto salire la coppia a 123,33 da 123,05 (nonostante la domanda scarsa). La PBoC ha alzato la quotazione ufficiale di 24 punti base, a 6,3602, facendo toccare all’USD/CNY quota 6,39. I rendimenti dei decennali americani sono scesi leggermente, al 2,3401%, l’USD ha così perso terreno contro gran parte delle valute emergenti asiatiche. In Australia, l’indice NAB sulla fiducia delle imprese a ottobre è sceso a 2 punti, mentre le condizioni delle imprese riferite allo stesso mese sono rimaste invariate a 9 punti. Nel complesso, gli scambi sono stati privi di direzione e di significato. Vista l’assenza di dati di prim’ordine e altri catalizzatori, prevediamo un ulteriore movimento di fascia per il forex.
Sul fronte dei dati, a ottobre l’IPC primario cinese è calato attestandosi all’1,3% a/a, in calo rispetto all’1,6% di settembre e a fronte dell’1,5% previsto. Il calo è dovuto principalmente alla flessione dei prezzi dei generi alimentari. Sempre a ottobre, la deflazione dell’IPP è rimasta invariata al -5,9% a/a, si tratta del dato più recente da quasi quattro anni di contrazione. Poiché le misure varate finora dalla PBoC e del governo non sono riuscite a stimolare le pressioni inflazionistiche, dovremmo assistere a nuovi interventi accomodanti. Prevediamo due tagli da 25 punti base del tasso di riferimento e tre tagli del quoziente delle riserve obbligatorie (RRR) entro la fine del primo trimestre del 2016. Per quanto riguarda lo yuan, siamo fra i pochissimi che prevedono un apprezzamento nel 2016. Per la nostra previsione rialzista sullo yuan ci basiamo sul fatto che l’attesa inclusione della valuta nel paniere SDR dell’FMI dovrebbe permettere alla PBoC di creare l’impressione di ridurre la svalutazione dello yuan.