La vittoria a sorpresa di Andrzej Duda, numero uno del partito ultra-conservatore polacco PiS (“Diritto e Giustizia”), ha gelato gli entusiasmi degli investitori per quanto concerne il mercato finanziario della Polonia, che durante gli ultimi mesi aveva regalato enormi soddisfazioni in termini di ritorno sul capitale investito.
Il nuovo presidente polacco, che da sempre nutre dubbi sull’euro, ha raccolto grandi consensi soprattutto tra i giovani e le zone rurali del paese, ma soprattutto ha messo una seria ipoteca sulla vittoria del proprio partito alle prossime elezioni politiche in programma a ottobre.
La Polonia è la sesta economia europea ed è stata l’unica nazione continentale a non sperimentare la recessione dal creack di Lehman Brothers del 2008. Quest’anno il pil dovrebbe crescere di un altro 3,3%, per poi esserci un ulteriore incremento al 3,6% nel 2016. La borsa di Varsavia ha guadagnato il 20% negli ultimi tre anni, l’inflazione dovrebbe tornare a salire dopo una fase di moderata deflazione, mentre la disoccupazione resta elevata sopra l’11%. Sul fronte del reddito fisso ibond governativi polacchi restano appetibili, grazie a un rendimento medio del decennale intorno al 3%.
Si tratta di tassi attraenti se si considera che il BTp italiano rende poco più dell’1,8%, mentre il Bund tedesco appena lo 0,4%. Sul fronte valutario lo zloty si sta deprezzando nei confronti dell’euro ormai da fine aprile scorso. Il tasso di cambio EUR/PLN è passato dai bottom di area 3,966 a un top di 4,155, anche se la valuta polacca era arrivata a guadagnare più del 7% da inizio anno fino ai minimi della seconda parte di aprile. Secondo Michail Diamantopoulos, portfolio managerdi Investec A.M., la Polonia dovrebbe continuare a fare meglio degli altri paesi europei, mantenendo il rating A- nonostante il maggior rischio politico. Tuttavia l’aumento dell’incertezza sul fronte politico potrebbe comportare un risk premiumpiù alto per tutti gli asset polacchi.