C’è un pensiero particolare che si sta diffondendo a proposito del dollaro americano (vedi anche Nessuna guerra valutaria per Bernanke). In effetti, il valore della moneta verde sta calando in maniera molto rapida e sono sempre più numerose quelle persone che credono gli Stati Uniti dovrebbero interrompere la stampa di una valuta non coperta e ritornare di conseguenza al Gold Standard, in cui ogni dollaro è garantito da un preciso ammontare di oro.
Una soluzione più semplice, invece, potrebbe essere quella di legalizzare le valute in concorrenza, consentendo a quelle garantite dal prezioso metallo e quelle legali di circolare ed esistere simultaneamente. Una legalizzazione simile potrebbe mantenere l’attuale forma monetaria, permettendo allo stesso tempo alle persone di introdurre altre forme, tra cui questa divisa legata all’oro. Questo vuol dire che se ci sono degli economisti che ritengono una valuta garantita dall’argento molto più utile, allora essi potrebbero utilizzarla. Ma sorge un problema: qualsiasi ente o persona diversa dalla Federal Reserve che si rende protagonista di questi stampaggi sono punibili per legge. Ecco perché c’è chi sta spingendo per legalizzare il tutto, in modo da rendere più semplici le conversioni a un dato tasso di cambio.
I fautori di questa proposta, inoltre, ritengono che vi sia la possibilità di sviluppare un numero maggiore di monete locali, le quali offrono un tasso di cambio molto interessante e valido solamente all’interno di una determinata comunità. Ogni singola comunità, poi, potrebbe coniare la sua divisa e agevolare gli scambi e l’economia locale. Ovviamente, la moneta garantita dall’oro sarebbe quella preminente tra le tante in concorrenza: per giungere a un risultato del genere non è strettamente necessario porre fine all’operato della Federal Reserve, la banca centrale americana, un pensiero molto comune tra quelle persone che stanno proponendo il ritorno al Gold Standard. Il funzionamento è stato spiegato, l’implementazione non sarà però altrettanto semplice.