Il won coreano ha chiuso le sue contrattazioni con un ribasso di 0,7 punti percentuali, avvicinandosi in questa maniera al suo livello più basso degli ultimi quattro mesi presso la Borsa di Seul (vedi anche Le preoccupazioni valutarie di Thailandia e Corea del Sud). Il motivo è facilmente intuibile, visto che la minaccia di tensioni nucleari da parte della Corea del Nord stanno esercitando una pressione fortissima dal punto di vista geopolitico. Nel frattempo, i titoli obbligazionari del paese asiatico sono aumentati in termini di rendimento, classico segnle di una maggiore rischiosità.
La divisa in questione si è indebolita perché gli investitori stranieri hanno cominciato a vendere un numero maggiore di titoli coreani rispetto a quelli acquistati. Era inevitabile che le minacce provenienti da Pyongyang influissero in questo modo. Vi sono diversi investitori, tra cui soprattutto esportatori, che stanno pensando seriamente di vendere dollari a un livello vicino a 1.100 won. Le ultime contrattazioni sono state concluse a quota 1.095,26, un valore leggermente diverso rispetto ai 1.095 won di ieri. Sempre ventiquattro ore fa, poi, si era arrivati a 1.102,65 won, vale a dire il picco più alto dallo scorso mese di ottobre.
Intanto, la volatilità implicita a un mese e relativa alla moneta asiatica, la misura che osserva da vicino i movimenti del tasso di cambio attraverso le opzioni, è scesa di nove punti base (-0,09%). Le tensioni tra le due Coree sono salite ai massimi livelli dal 2010, quando cinquanta cittadini sudcoreani furono uccisi in degli attacchi da parte dei nordcoreani. Tornando a parlare dei bond, i titoli hanno guadagnato terreno dopo che gli analisti finanziari hanno predetto un mantenimento dei tassi di interessi da parte della banca centrale nel corso di questa settimana. Il rendimento relativo alle obbligazioni in scadenza nel 2017 è sceso di tre punti base, fino al 2,76%, stando ai dati forniti dalla Korea Exchange Incorporated.