L’Ocse, organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico, ha stimato una lieve ripresa nell’area euro. Secondo quanto affermato dall’Ocse, nell’eurozona la crescita starebbe per ripartire, mentre in Italia e in Francia non dovrebbero esserci più ulteriori deterioramenti della situazione economica delle due nazioni. Vediamo dunque quali sono state le principali valutazioni effettuate dall’organizzazione internazionale in merito all’area euro.
Secondo quanto affermato dal superindice Ocse per il mese di gennaio 2013, infatti, vi sarebbero segnali evidenti di un prolungamento di “percorsi divergenti” tra Europa e Stati Uniti, con un graduale miglioramento della situazione dell’Unione Europea.
Stando a quanto comunicato da una nota Ocse, “nell’insieme dell’eurozona, e in particolare in Germania, il superindice punta a una ripresa della crescita”, con un +0,16 per cento su base mensile, dopo il +0,13 per cento di dicembre.
“L’Italia e la Francia, le due grandi economie europee in maggiore difficolta’, non mostrano segni di ”ulteriore deterioramento”, con un superindice che riprende il percorso in positivo, aumentando rispettivamente dello +0,11% e +0,05% rispetto a dicembre. Il confronto con lo stesso mese dell’anno scorso, pero’, resta negativo, con una contrazione dello 0,66% per l’Italia e dello 0,53% per la Francia. Negli Usa, rileva ancora l’Ocse, prosegue il trend di ”consolidamento della crescita”, con un superindice in incremento dello 0,08% su base sequenziale e dello 0,53% su base annua” – precisava poi Rai News 24 sul proprio sito web (tra i tanti nostri approfondimenti relativi al tema, nel corso delle ultime settimane, vedi anche il focus sulla politica di tassi invariati da parte della Bce).
Le dichiarazioni Ocse stridono pertanto con alcune ulteriori valutazioni emerse nel corso delle ultime settimane, che intravedono la Francia quale prossimo “grande malato” del vecchio Continente, e che attendono addirittura alcune evidenze negative nei confronti della Germania. La situazione sembra essere particolarmente complessa e di difficile valutazione, con l’impressione che non sarà sufficiente una parvenza di ripresa nel breve termine per riconferire l’opportuna fiducia agli investitori internazionali.