La Reserve Bank of India, istituto di credito centrale della vasta nazione asiatica, condurrà un’accurata indagine sulla circolazione delle valute del Bhutan (in questo paese sono in vigore sia la rupia che lo ngultrum) e del Nepal (la rupia nepalese) in alcune regioni, in particolare la parte meridionale dell’Assam e il Bengala settentrionale. L’annuncio è giunto direttamente dal governatore Duvvuri Subbarao. Qual è il problema di questa situazione? L’utilizzo di valuta straniera nel territorio indiano viene considerata illegale: sono proprio queste zone del paese ad aver suscitato alcuni problemi, quindi si è deciso di intensificare i controlli e il monitoraggio.
Lo stesso Subbarao si è anche rivolto al direttore generale per ottenere un migliore sostegno. L’investigazione sarà molto accurata, anche perché si sta parlando di una situazione non poco particolare. La vigilanza del governo statale e del dipartimento di polizia si è resa necessaria alla luce della proliferazione di istituzioni fasulle e di operatori che sono attivi nel corso delle ore notturne. La Reserve Bank of India è solita regolamentare le attività delle compagnie finanziarie, mentre non ha alcun poter per quel che concerne gli organi non societari e le imprese che non sono attive nell’ambito finanziario.
Lo ngultrum è la moneta che è stata introdotta in Bhutan nel 1974 per rimpiazzare alla pari la rupia, tanto è vero che risulta agganciato alla stessa da un rapporto uno a uno. Ecco perché può accadere che in alcune zone di una nazione tanto grande come l’India si verifichi questa sostituzione. Tra l’altro, si tratta di una divisa piuttosto particolare e bizzarra, dato che può essere scambiata solamente con la rupia indiana, senza altre eccezioni. Per quel che concerne, invece, la rupia nepalese, quest’ultima esiste dal lontano 1932, quando sostituì di fatto il mohar d’argento, con un rapporto che attualmente è fissato a 1 a 0,625 (una rupia nepalese vale i cinque ottavi di quella indiana).
