Notizie positive sul fronte macroeconomico dell’Eurozona. Stando a quanto affermato dalle autorità statistiche, infatti, nel corso del mese di gennaio 2013 sarebbe migliorato l‘andamento del Pmi composito dell’area euro. I dati, pur ancora preliminari, sono in grado di conferire un discreto ottimismo in capo agli osservatori di quanto sta accadendo nei confini del vecchio Continente, seguenti alle notizie – altrettanto positive – provenienti dalla Germania.
L‘Eurostat ricorda in proposito come a gennaio, per il terzo mese consecutivo, il Pmi composito dell’Eurozona sarebbe migliorato, arrivando a toccare 48,2 punti (vedi anche Zona euro rischia nuova recessione).
In aumento è stato rilevato anche l’indicatore relativo al comparto manifatturiero a 47,5 punti e quello relativo al comparto servizi a 48,3 punti. Complessivamente, i tre indici avrebbero raggiunto e aggiornato il nuovo massimo livello nel corso degli ultimi 10 mesi, significando di fatto un incremento della congiuntura dell’area della moneta unica. Si nota, tuttavia, che nonostante i miglioramenti il livello attualmente conseguito è ben lontano dalla soglia di espansione (una vera inversione di tendenza potebbe essere raggiunta solamente superando la soglia dei 50 punti).
In maniera più specifica, l‘indice Pmi composito ha mostrato un miglioramento dai 47,2 punti di dicembre, e – in maniera persino più evidente – dai 45,7 punti di ottobre.
Nonostante quanto sopra, ricordava un’analisi di Markit – “l’indagine continua a indicare un calo generale delle attività, fenomeno che si è registrato oramai in 16 degli ultimi 17 mesi”. L’Europa e l’Eurozona si confermano inoltre nettamente indietro rispetto a quanto sta accadendo in Cina e negli Stati Uniti, visto e considerato che la stima preliminare dell‘indice Pmi manifatturiero degli Stati Uniti di gennaio è stata pari a 56,1 punti, contro i 54 punti di dicembre. L’indice Pmi cinese è invece salito a 51,9 punti a gennaio 2013, contro i 51,5 punti di dicembre 2012.
Nei prossimi mesi, continueremo a monitorare l’evoluzione di tali dati macroeconomici, nell’auspicio di una conferma del trend migliorativo.